Il Palazzo Lancia d Brolo è situato in Piazza San Nicolo all'Albergheria 8, nel quartiere dell’Albergheria, ai margini del mercato di Ballarò e della Parrocchia del quartiere (San Nicolò), cioè nel pieno centro del dedalo di vicoli e cortili d’impronta medioevale che caratterizzarono l’espansione extra moenia degli originari quartieri arabi. Fino all’età normanna esistevano pochi agglomerati urbani a sud del torrente del Kemonia, in quanto il grosso della popolazione era insediato all’interno della città murata e nei nuovi quartieri formatisi in età araba e gravitanti intorno alla Cala (il quartiere della Loggia) e verso ovest in quello che sarebbe diventato il Seralcadi (Capo).
In età normanna il quartiere venne chiamato “Kemonia” per via del fiume che lo attraversava. Federico II vi trasferisce gli abitanti dei centri ribelli di “Certorbi e Capizzi”. Il nome del quartiere verosimilmente deriva quindi, come si legge in alcuni testi, dal fatto che fu “Albergharia Centorbi et Capicii”. Altri etimologi vorrebbero che il toponimo derivi invece da termini arabi, tra i quali il più accreditato è forse “Abelgairat” e cioè “campo a mezzogiorno”. Sin dagli esordi fu un quartiere molto animato per la presenza di un vasto mercato ove la popolazione barattava i propri prodotti e portava a termine gli affari. Molti degli abitanti erano inoltre addetti all’artigianato. È in età normanna che pertanto si manifesta la necessità di proteggere il quartiere e si comincia a costruire la cortina muraria difensiva a ovest, poi ampiamente demolita nel XX secolo, di cui rimane solo la porzione su via Cesare Battisti. Della Porta di Sant’Agata, inglobata in questa porzione di mura, se ne fa già menzione in un atto del 1275 e a quest’epoca si può far risalire la costruzione delle primemura. La sua forma ad arco ogivale testimonia la sua matrice medievale.
L’originaria visione dello spazio, delineato tra il 1754 e il 1757 su un lieve rialzo del terreno circondato da mura un tempo usato come cimitero annesso alla parrocchia, risulta oggi parzialmente alterata dall’allargamento della via che corre a fianco della chiesa. I recenti crolli poi dell’ala nord di palazzo Giallongo-Fiumetorto hanno di fatto contribuito a modificarne la percezione.
Il Palazzo Lancia (o Lanza) del Duca di Brolo venne costruito nel XVIII secolo. Nel 1788, ai tempi delle cronache del Villabianca, era abitato da Federico Lancia (o Lanza) e Caruso, duca di Brolo. Morti senza eredi, Corrado e Giuseppe Lancia di Brolo lasciarono i loro beni alla Parrocchia di San Nicolò dell’Albergheria con la clausola che venisse data una lira al giorno ai poveri nati nel quartiere e battezzati nella parrocchia. In ringraziamento ai due benefattori, nel 1928 nella chiesa venne costruito un monumento in marmo a perpetua memoria.
La piazza è un oasi di pace nel mezzo di uno dei quartieri più vivi della città. A pochi minuti a piedi ci sono tutti i negozi di generi alimentari necessari oltre che farmacia bar e ristoranti.